CEMSA-Caproni F.11: dove tutto ebbe inizio

Qualche parola sulle origini della dinastia Flavia
CEMSA-Caproni F.11

Qualche parola sulle origini della dinastia Flavia

Tutti sanno che la Lancia Flavia, presentata al Salone dell’Automobile di Torino nel 1960, rappresentava all’epoca una assoluta rottura con gli schemi del passato. Essa rappresentava, infatti, la prima vettura Lancia a motore e trazione anteriori. Il progetto porta la firma di Antonio Fessia, classe 1901, ingegnere meccanico e docente presso il Politecnico di Torino, il quale si era infatti sempre mostrato favorevole a questa soluzione, all’epoca considerata avveniristica.

Tuttavia, giunti a questo punto, è opportuno spendere qualche parola sulla genesi della Lancia Flavia e delle sue eredi.

Nel 1946, infatti, l’ingegner Fessia, dopo aver lavorato per vent’anni in Fiat, viene assunto dalla CEMSA (acronimo di “Costruzioni Elettromeccaniche di Saronno”), azienda fondata nel 1925 e controllata dal gruppo Caproni a partire dal 1936. In seno alla CEMSA, Fessia comincia a compiere i primi studi sul “tutto avanti”, che si concretizzano nel prototipo F.11.

Uno degli esemplari di preserie della F.11, custodito al museo di aviazione di Volandia, presso Somma Lombardo (VA).

Il progetto della CEMSA-Caproni F.11 (dove F indica “Fessia”, 11 è una contrazione della cilindrata, pari a 1100 cm3) risale al 1946 e, nel corso dello stesso anno, furono costruiti anche i primi esemplari. La vettura fu, inoltre, presentata al Salone dell’Automobile di Parigi del 1947, suscitando da subito un notevole interesse per le soluzioni tecniche adottate.

Si trattava, infatti, di una berlina a quattro porte e quattro posti a trazione anteriore. Il motore era un 4 cilindri Boxer di 1100 cm3, disposto longitudinalmente e posizionato a sbalzo rispetto all’assale anteriore. che erogava 40 CV a 4400 giri/min (per la produzione in serie, tuttavia, si pianificò un 1250 cm3, che erogava 46 CV a 4400 giri/min), mentre il cambio era a 4 marce, con leva di comando al volante. La carrozzeria era stata disegnata, invece, da Bertone.

Le innovazioni, tuttavia, non si limitavano al “tutto avanti”. Per la F.11, l’ingegner Fessia scelse sospensioni anteriori e posteriori a ruote indipendenti (la quasi totalità delle vetture dell’epoca aveva il retrotreno a ponte rigido), dotate di balestra trasversale, molle elicoidali e ammortizzatori idraulici telescopici. Inoltre, il corpo vettura era a scocca portante, dotato di elementi scatolati e traverse di irrigidimento.

Autotelaio della F.11
Particolare del gruppo motopropulsore della F.11. Si noti la trasmissione della potenza meccanica alle ruote anteriori, effettuata per mezzo di un doppio giunto cardanico.

Nonostante i contenuti tecnologici, la CEMSA-Caproni F.11 rimase allo stato di prototipo. La Caproni, infatti, fu costretta a chiudere la CEMSA, a causa delle difficoltà economiche in cui il gruppo versava fin dal periodo post-bellico, sebbene il gruppo avesse investito risorse nel progetto di Fessia, attrezzando i suoi stabilimenti per la produzione in serie della F.11. I sette esemplari di preserie, che nel frattempo erano stati prodotti, vennero liquidati insieme alla stessa azienda.

Tuttavia, le innovazioni che Fessia introdusse nel progetto della F.11 non andarono perdute. Egli, infatti, nel 1955 approda alla Lancia, in seno alla quale può mettere a frutto tutta l’esperienza maturata grazie al progetto della F.11 per la realizzazione della Flavia. Questa elegante berlina, infatti, dall’anno della sua presentazione, fu tra le auto a trazione anteriore ad essere apprezzate in tutto il mondo, grazie all’abitabilità, al confort ed alla sicurezza garantiti dal “tutto avanti”. Non a caso, una pubblicità dell’epoca recitava: “Ormai guidare è un giuoco. Guidare Flavia è solo sicurezza”.

Questo articolo ha 2 commenti

  1. Enzo

    Complimenti, buona conoscenza storica della Lancia.

    1. Emmanuele Frasci

      Grazie mille Enzo! Sempre attento e gentile 🙂

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